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Bussoleno: il Don Quijote della Compagnia Il Teatro

Teatro-Don-Chisciotte-Scoffone

Al Don Bunino di è di scena l’ultima fatica della . Fondata dal regista , si compone attualmente di 40 soci, ciascuno dei quali svolge una precisa mansione sotto la direzione del regista. Abbiamo già apprezzato il loro impegno teatrale in altre opere classiche, come il “Vita, amori et inganni de Don Juan lo sturbatore de’ matrimoni” (Link QUI), e nella drammaturgia tratta dal libro di  Erika Fisher “Aimée & Jaguar” (Link QUI).

Il nuovo lavoro è ispirato alla famosa opera di Migule de Cervantes Saavedra, ovvero “El ingegnoso hidalgo don Quijote de la Mancha“, comunemente conosciuto come il “Don Chisciotte“.

Marco Scoffone e Federica Martoglio hanno lavorato sulla drammaturgia realizzando un felice connubio tra la figura comica e grottesca del personaggio e la sua drammaticità. Il don Quijote (Federico Carcano), accompagnato dal fedele Sancho Panza (Maurizio Pisu), vive in una propria dimensione esistenziale, nella quale il piano della fantasia (con il desiderio di fuga dalla realtà) è a tratti interrotto da momenti di lucidità e consapevolezza della propria “follia”, ma la differenza tra il vero e il fantastico è attribuita al maleficio di un sortilegio del quale essi sono prigionieri. La passione del personaggio per i romanzi cavallereschi lo guida nella creazione di una irrealtà alla quale egli si abbandona, non ostante questo gli costi una infinità di batoste e sofferenze.

Lo vediamo mentre si lancia contro dei mulini a vento, immaginando di lottare contro dei giganti; immergersi senza paura contro un folto “esercito nemico”, ignorando che trattasi di pecore e montoni. La sua armatura si compone di un nobile e celeberrimo elmo di Mambrino, e inutilmente il povero scudiero Sancho cercherà di fargli capire che in testa indossa la bacinella di un barbiere.

Sfide improponibili a duello, amori impossibili non corrisposti, truffe, raggiri, e malintesi. Dietro la follia del Quijote la figura dello scrittore Cervantes (Massimo Chianello), sempre presente sulla scena, inserito dal regista come voce narrante della storia, e dei suoi sviluppi, che egli scrive man mano sul libro, manovrando il racconto nel quale il protagonista .

Il Quijote – racconta Scaffone,- rappresenta il doppio che c’è in ciascuno di noi (drammatico e comico, eroe e codardo) ma anche il desiderio di evadere  da una realtà che non ci appartiene per andare verso un mondo fantastico e irreale che possa soddisfare la nostra ambizione di poter “vivere” la vita che sogniamo.

In un angolo del palco i suonatori accompagnano il racconto (Roque Avolio, Federico Biglietti, Michele Oliva, Luca Ramasso, Alessandro Villa) .

Maddalena Rocca canta “Marinero soy de amor” di M. de Cervantes Saavedra. Ottima la prestazione di tutti gli attori in scena: Federico Biglietti, Federico Carcano, Gianfranco Casetta, Noemi Cavaletto, Alfonso Cavarero, Tamara Cesaroni, Gabriella Crucco, Manuela Maccagnan, Stefano Pognat, Luca Ramasso.

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