Lo sposo imperfetto di Monica Crha.

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Quel suo vestito nero e lungo sino a terra fu la prima cosa che vidi di lei mentre si avvicinava a me. Poi furono i suoi luminosi occhi scuri. Siedevamo attorno a un tavolo con altri amici che animano il tgvallesusa e si parlava di linee redazionali e progetti editoriali. Monika la conobbi così e quando iniziammo a parlare casualmente tra noi due, fummo due fiumi in piena che confluiscono all’improvviso. Condividemmo pensieri, sogni, aspirazioni, dubbi. Fu così che la scoprii autrice di una romanzo, la qual cosa mi incuriosì moltissimo avendo passione per la scrittura e sperando prima o poi di produrre una o più storie degne di essere lette.

È trascorso un po’ di tempo da allora e la nostra amicizia si è rafforzata di conoscenza e affetto. Anche di situazioni ilari. Come la volta che scrivendole un messaggio sul telefonino, usando il maledetto T9 e la codificazione della voce di Google, le ho scritto “Ti amo” invece di “Ti chiamo”. Non me ne sono accorto. Qualche giorno dopo la mia compagna mentre spulciava il mio telefono, mi chiede: “perché hai scritto Ti amo a questa Monika?”. Cado dal pero e non ci credo. Conoscendo quanto sono casinista lei si fa una risata. Mi scuso con Monika e anche lei si fa una risata perché l’aveva già letto insieme al suo compagno e aveva capito subito il malinteso.

Monika-CrhaHo dovuto faticare per convincere Monika a darmi una copia del suo primo romanzo (Lo Sposo Imperfetto – Ciesse edizioni); non ne voleva sapere… “è acerbo”, continuava a ripetermi, “non ti piacerà!”. Tira e molla l’ho convinta, l’ho preso e l’ho letto, in un fiato.

Non sono un critico letterario e non ambisco a esserlo. Sono un lettore e giudico ciò che leggo in base a quanto la storia mi coinvolge e mi emoziona. E non si può non consigliare la lettura di questo “primo romanzo acerbo”, come direbbe Monika .

La storia non si può svelare, ovviamente. Ma l’essere immersi nelle immagini di una Torino vista con il “naso all’insù” nei suoi angoli più belli già regala quella sensazione di famigliarità piacevole, quel sentirsi dentro, immaginando i luoghi. Ti trovi allora a fianco dall’autrice che ti racconta una storia, o meglio, più storie che si intersecano l’una dentro l’altra corrompendosi a vicenda. Storie di vita ordinaria quando le persone si sentono appagate da una normalità quotidiana, eppure conservano dentro di sé un angolo piccolo piccolo nel quale celano il desiderio di altro; ignorando però cosa sia davvero questo “altro”.
Poi accade di essere sfiorati da una vita parallela e il tocco trasforma l’ordinario in caos. Ogni riferimento è perduto. Passione, desiderio, paura, rabbia, sconcerto, ansia, nascono da un vortice improvviso che ti muove oltre la tua volontà. Ecco i dubbi, i sensi di colpa, l’amore e gli amori che confondono. Una storia di “ordinaria” umanità che appartiene a tutti. Non ci sono “eroi”, non ci sono “salvatori”, ci sono le persone con il faticoso bagaglio della loro esistenza, continuamente di fronte a dei bivi, frustati dal dover sempre decidere quale direzione prendere. E c’è lei, Monika, che ti tiene per mano e ti accompagna accanto a personaggi indubbiamente reali, della porta accanto, umani come te, problematici come te. Lei ti infonde la curiosità discreta di guardare alle loro vite e partecipare ai loro sentimenti.

Perché esista la curiosità e con la curiosità esista la vita e con la vita un motivo per viverla, allora bisogna rischiare e fare.

Cover-Lo-sposo-imperfettoMonika Crha – Lo Sposo imperfetto – Ciesse edizioni pag. 203. 

[D.A. 15.04.15]

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