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Università il fallimento del capitalismo liberista

università

di Davide Amerio.

L’ è tornata, inaspettatamente al centro dell’attenzione in questa campagna elettorale. Presenza effimera, in verità, animata dal desiderio (questo sì, populista) di accattivarsi le simpatie dei giovani  universitari, proponendo l’abbattimento, o l’eliminazione, delle tasse.

Un tentativo di rendere l’Università più abbordabile per ogni classe sociale? Un risorgimento sessantottino in favore dei proletari? Un desiderio di diffondere maggiormente la  e il sapere? Niente di tutto questo, ma una banale manovra elettoralistica.

Notizie dall’Inghilterra.

In Inghilterra, ci racconta Francescomaria Tedesco sul Fatto Quotidiano, si affronta un tema analogo, sempre però sull’onda della propaganda politica. Una “pensata” geniale, vorrebbe rendere differenti i livelli di tassazione tra le  umanistiche e le scienze umane. Essendo le seconde più favorevoli a procurare lavoro e reddito, esse dovrebbero subire una maggior tassazione rispetto alle prime. In questa ipotesi si assume che le facoltà scientifiche comportino costi più onerosi rispetto a quelle umanistiche; questo giustificherebbe un maggiore tassazione per accedere ai relativi corsi.

A questo principio viene opposto un’argomentazione semplice: le facoltà economiche, che rientrano in quelle delle scienze umane, non comportano i costi di altre facoltà ingegneristiche o di ambito medico. Il dibattito è in corso, ma la conclusione di questa “visione”, secondo il giornalista, è sintetizzabile con:  “[…] secondo questa proposta Tory, i poveri faranno i filosofi e i ricchi gli ingegneri“.

SEGUE…

DUBITARE PER ESSERE LIBERI

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