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Vademecum per il referendum costituzionale: perchè NO! (con PDF)

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Nei prossimi mesi saremo chiamati al voto per il Referendum sulle Riforme Costituzionali. Ho elaborato un documento che raccoglie le principali argomentazioni di studiosi sui motivi per votareNO. Il materiale è scaricabile e utilizzabile come meglio si crede, compresa la diffusione, con preghiera di citare la fonte e non trascurare la biografia (e sitografia) interna. Cliccare sulla figura in basso.

Dall’introduzione:

Il presente documento è frutto di un lavoro di ricerca e sintesi delle principali questioni in gioco con il prossimo referendum sulle riforme costituzionali.
La materia è per sua natura complessa e qui si sono raccolte una parte delle considerazioni e delle obiezioni di giuristi, costituzionalisti e altri, per fornire un sintetico strumento per chi desidera comprendere le motivazioni di chi propone il NO per il voto referendario.

Molte sono le affermazioni “mitologiche” che attribuiscono a questa riforma il potere di rilanciare il paese e farlo uscire dalle paludi della stagnazione in cui versa ormai da parecchio tempo. Tralasciando questioni squisitamente politiche sulle ragioni che sconsiglierebbero l’accettare una riforma costituzionale per mano del trio Renzi-Boschi-Verdini, i cui curriculum non sono estranei a vicende giudiziarie piuttosto gravose e molto poco “onorevoli”, permangono motivazioni di ordine tecnico e giuridico.

Non sono mancate, e non mancheranno – purtroppo -, pittoresche manifestazioni (con sommo sprezzo del ridicolo) che attribuiscono alla mancata approvazione di questa “riforma” sciagure inenarrabili per il paese.

Recentemente anche “voci dall’estero” hanno espresso timori sulle conseguenze della mancata approvazione delle riforme: queste considerazioni ritengono preoccupante il possibile scenario di incertezza che si verrebbe a creare con eventuali dimissioni del governo a seguito del fallimento referendario. Le recenti – e non certo inattese – dichiarazioni di Renzi, denotano una chiara volontà di proseguire comunque la legislatura sino alla naturale scadenza del 2018. Alcuni osservatori (a) precisano che, comunque, la situazione di eventuale incertezza è stata proprio creata dalla personalizzazione attribuita al referendum dal primo ministro. Ancora meno è credibile l’allarme di instabilità se lanciato per timore di un possibile contagio nella già precaria e fragile situazione europea. Una riforma costituzionale è, prima di tutto, una scelta del popolo sovrano e non di altri paesi.

(segue)

costituzione 2
di Davide Amerio.

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