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Massimo Gramellini: una faccia da Vincenzo…

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In Piemonte c’è un detto popolare, un’appellativo, dedicato alle persone che, in una determinata situazione, fanno una faccia stupita e dimostrano di aver preso coscienza di qualcosa della quale prima ignoravano l’esistenza o l’avevano negata pur di fronte alle evidenze inequivocabili del contrario.

“Faccia da Vincenzo” , in piemontese “Facia da Vincens” è questa la definizione dedicata a quella sorta di stupore un po’ ebete, un po’ innocente dipinta all’improvviso sul volto di qualcuno; tipicamente: “non fare quella faccia da Vincenzo”.

Ecco quando ho letto l’articolo di Massimo Gramellini dal titolo “Funzionari oscuri e politici imbelli” pubblicata nella sua rubrica “buongiorno” di ieri, mi sono proprio immaginato questa “faccia da Vincenzo” dipinta sul volto del noto giornalista. Gramellini è stato per molto tempo persona da me stimata; leggevo con interesse i suoi elzeviri e, anche se non sempre concordavo con il contenuto, li apprezzavo per la capacità di sintesi  e di lucidità. Poi venne il Movimento 5 Stelle e la “lucidità” di Gramellini andò in vacanza; si accodò allo stuolo dei giornalisti allineati contro il M5S a prescindere e smisi di leggere i suoi testi sempre più banali.

Nell’articolo citato eccolo invece costretto ad ammettere che il M5S fu l’unico a “chiedere la testa” dell’attuale pluri indagato Ettore Incalza sul quale finalmente, ma inevitabilmente, la magistratura ha qualcosa da dire. Incalza “burattinaio delle grandi opere” sottolinea Gramellini; uno che proviene dalla “Cassa del Mezzogiorno” e cavalca l’onda da trent’anni  qualunque siano le maggioranze politiche. Una volta si definivano “faccendieri”; personaggi di cui non si sa nulla o poco, pubblicamente, che godono di importanti appoggi politici fino a quando qualche magistrato non ne chiarisce i veri ruoli.

Il nostro Massimo-Vincenzo Gramellini si stupisce quindi di tutto questo strapotere concesso a simili soggetti e delle difese d’ufficio della politica che li protegge. Noi ci stupiamo di cotanto “stupore” (da Vincenzo… appunto). Proprio l’arrivo del M5S ha rappresentato la voce di quella parte di paese (ancora minoritaria al momento) stanca di essere presa in giro da simili personaggi e dai loro accoliti politici. Il rifiuto del M5S nel fare “alleanze” è sempre stato determinato dalla consapevolezza precisa di quanto la corruzione, il sistema corruttivo, le complicità fossero interne al sistema dei partiti al punto tale che qualsiasi “accordo” avrebbe implicato l’accettazione di questo sistema anche se indirettamente.

Sull’evidenza del malaffare sarebbe stato sufficiente indagare sui fatti e misfatti dell’alta velocità, delle grandi opere e delle leggi promulgate proprio per favorire il malaffare. Lo sanno bene i No Tav che da anni lottano contro questo sistema mentre le grandi testate giornalistiche preferiscono le veline delle procure e lasciano a briglie sciolte giornalisti liberi di screditare e scrivere menzogne. Lo sanno i No Muos, per lo stesso motivo e tanti altri movimenti e gruppi dislocati sul territorio dell’Italia martoriata e depredata che ogni giorno combattono e subiscono le bugie disinformanti del giornalismo italiano.

La soluzione posta dal nostro “Vincenzo” Gramellini è tipica del “Vincenzo”: “Limitare drasticamente la durata degli incarichi pubblici e considerare il ministro in carica responsabile degli atti firmati dai suoi burocrati.”

No, non è questa la soluzione. Sono anni che vediamo come il sistema si protegge dall’assunzione di responsabilità: indulti, sconti di pena, derubricazioni e modifica dei reati, allungamento dei tempi dei processi, riduzione dei tempi di prescrizione. Sono sotto gli occhi di tutti queste strategie, tranne di chi non vuole vedere. Tranne dei giornalisti che guardano altrove e non aiutano la gente a conoscere.
Occorre un preciso cambio di paradigma; un cambio della classe politica nel suo insieme; l’inserimento di forze politiche nuove; un ricambio generazionale. Occorre votare diversamente per cambiare. Avere il coraggio di provare qualcosa di nuovo e non abbandonarsi al vecchiume putrido e fetido continuando semplicemente a lamentarsi che le cose non cambiano o non possono cambiare. Occorre avere dignità morale, onestà intellettuale e indulgenza con chi la merita e commette errori in buona fede invece di buonismo pret a porter.

Questo serve caro il mio Vincenzo.

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