La vitamina E contro l’inquinamento?

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di Massimo Bonato su Omissisnews.

Le recenti ricerche condotte dal King College di Londra insieme all’Università di Nottingham mettono in relazione la quantità di vitamina E presente nel corpo e le funzioni polmonari di persone esposte all’inquinamento atmosferico.

Olio di oliva, mandorle e nocciole, arachidi e cereali, uova e spinaci, asparagi, ceci, crescione, broccoli, pomodori e avocado ci aiuteranno contro lo smog?

Le qualità della vitamina E sono risapute: prevenzione dell’invecchiamento e dell’ossidazione del corpo a opera dei radicali liberi; prevenzione nelle malattie o negli attacchi cardiaci; prevenzione al tumore, specialmente allo stomaco.

Agli studi sin qui realizzati si aggiunge questo, pubblicato dall’ «American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine» che si concentra sui particolati che compongono l’inquinamento atmosferico. Lo studio ha rilevato una relazione tra l’alta esposizione all’inquinamento e una bassa concentrazione di vitamina E nel sangue. Tra i particolati presi in esame (PM10 e PM2.5), soprattutto il PM2.5 sembra produrre più danni. Le persone esposte a una maggiore concentrazione di PM2.5 presentavano un livello significativamente più basso di alfa-tocoferolo e una funzione polmonare inferiore, il che porta a considerare come prova aggiuntiva che l’aggressione del PM avviene per ossidazione.

“Il nostro lavoro si basa su un numero di studi che indagano la possibilità che alcune vitamine possano contrastare l’effetto negativo dell’inquinamento atmosferico sui polmoni – segnala la coautrice del lavoro Ana Valdés della Università di Nottingham. – Saranno necessari ulteriori studi per stabilire se un supplemento di antiossidanti può proporzionalmente rendersi efficace nella protezione polmonare”.

M.B.

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