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La Trattativa: non solo un film! bensì un fatto politico.

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La Trattativa” il film di Sabina Guzzanti presentato ieri sera al cinema Fassino di Avigliana è un film che “spacca”. Non solo nel senso di aver riempito anche qui la sala facendo il tutto esaurito ma per essere una frustata dentro l’anima. Storia di ieri, di oggi e probabilmente ancora di domani sino a quando il paese non si renderà conto di non essere destinato ineluttabilmente alla convivenza con la corruzione e il crimine organizzato.
Storie di collusioni, confessioni, interessi che si intrecciano dietro attentati mortali alla vita di magistrati e cittadini e questo film documentario compie un’attenta ricostruzione giornalistica legando avvenimenti e notizie in una tela sottile che rivela alla fine la sua pericolosa essenza.

Racconta Sabina Guzzanti, che ha presenziato alla serata organizzatta dal M5S di Avigliana, rispondendo alla fine della proiezione alle domande del pubblico:

Stiamo parlando di un patto che c’era prima, che si incrina, per una serie di ragioni, e si riforma più forte di prima. La mafia è infinamente più forte di prima, non ha più bisogno di Forza Italia, il livello di collusione è tale che ce lo raccontano gli scandali quotidiani (Expo, Mose, L’Aquila, il terremoto Emilia Romagna, Mafia Capitale, Tav). L’accordo è trasversale, è la politica che ha assunto delle modalità quasi mafiose. La storia è andata avanti e la situazione è molto grave.

Le domande del pubblico sono anticipate dai ringrazimenti per aver creato il film, chiaro e lineare, rigoroso nell’esposizione degli accadimenti ma in modo semplice e comprensibile. Ma la produzione del film è stata complessa (ha richiesto quattro di lavoro) e non priva di ostacoli e ostracismo. Da parte del ministero che concede finanziamenti alle opere cinematografiche di interesse culturale non c’è stato alcun aiuto. Neanche un finanziamento per le agevolazioni fiscali. In compenso i finanziamenti sono stati concessi ai film polpettone natalizi. La critica? Stroncature gratuite e senza fondamento da parte delle principali testate giornalistiche. Afferma la Guzzanti:

Soldi delle tasse distribuiti nel solito modo mafioso e clientelare oltreché censorio. Dialogo con i giornalisti.. un muro! Scorrettezze incredibili; pagine intere di stroncature che iniziavano con “premesso che io non ho visto il film…” e di fronte a questa vergogna intellettuali e registi che ti dovrebbero difendere stanno tutti zitti. E’ stato difficile e pesante.

Ma allora cosa spinge a fare un film così difficile? – domanda una signora del pubblico in sala.

CAM01277Tutto quello che ho fatto negli ultimi anni è per aver vissuto metà della mia vita prima della trattativa e metà dopo e avendo visto cambiare questo paese in un modo così impressionante e diventare così volgare. I valori sono diventati dis-valori e la cultura dominante è mafiosa. Questo mi ha sempre colpito e ho cercato di andare alla radice di tutto questo e non mi va dopo 20 anni di berlusconismo in cui hanno massacrato la vita nostra e di questo paese non si debba fare una discussione e non si debba dire che ci siamo fatti governare da una banda di criminali. Dobbiamo smettere di dire “ma in fondo era simpatico” perché c’è ancora chi pensa che sia a causa delle donne che è finito Berlusconi … il mio è desiderio di giustizia e di verità.

In sala è presente Alberto Perino; prende la parola per ricordare i soprusi che il popolo No Tav subisce da molti anni per essersi opposto a questo Stato complice della malavita organizzata. La risposta dello Stato è stata repressiva e violenta. Le condanne inflitte nei processi sono rivolti a intimidire le persone che si oppongono. Quelle più pesanti sono state inflitte a ragazzi che hanno avuto il coraggio di denunciare le violenze subite dalla polizia. La mafia e la corruzione non hanno più bisogno dei partiti: la piovra della mafia è riuscita ad entrare ovunque. Chi dovrebbe controllare non controlla.

E’ ancora Sabrina a spiegare, rispondendo alle domande, gli intrecci che il film mette in luce legando avvenimenti relegati troppo sovente alla dimensione di cronaca criminale per non far capire cosa realmente c’è dietro:

Il film non sposa la tesi di Borsellino ucciso perché era a conoscenza della trattativa. Tesi non confermata neanche dai colleghi che lavoravano a stretto contatto con il giudice. Sarebbe stato riduttivo trattare la trattativa in questi termini. E’ una specie di movimento che si crea attorno ad un’area fascista e antidemocratica in questo paese – parecchio estesa,- ma che si estende anche a quella sinistra che diventerà Ulivo e poi PD e a quella sinistra dentro la DC che si sta liberando di Andreotti – ed è una politica che ha sempre vissuto con la corruzione. Dall’altra abbiamo nuove leve del PCI che si stanno avviando verso una gestione politica corrotta che nel PCI è diventa abbastanza consistente a partire dal 1984 con la morte di Berlinguer.
Negli anni ’90 c’è da una parte un gran fermento democratico (magistratura, stampa, un’ottima televisione), l’informazione è sempre più libera e la politica grazie agi scandali ( Tangentopoli) non riesce più a controllarla.
Dall’altra c’è una nuova classe politica che inizia ad assaggiare il potere, e tutti gli imprenditori che c’erano prima, all’idea di dover mollare il potere acquisito si ribellano. Questo fa si che nel suo insieme si crei un forza trasversale (trattativa o meno) che dice basta! E’ Falcone che ha sbagliato! In fondo con la mafia ci abbiamo sempre convissuto perché all’improvviso dobbiamo metterci a combatterla?Questo diventa il nuovo patto Stato – Mafia. Questa è la nuova direzione. Tutti quelli che avevano lavorato con Falcone vengono sostituiti e questi nuovi o per incapacità o per complicità danno luogo a quel nuovo corso che oggi conosciamo. Una politica che non alza un dito per fermare la corruzione e la mafia. Non è un film che porta informazioni ma il collegamento tra le informazioni. Quelle dette in modo incomprensibile che non riesci a memorizzarle. I giornali sono ben consapevoli che le informazioni date così senza legami non le noti e non le memorizzi. Certe notizie vengono ripetute negli anni come se fossero nuove. Chi se ne accoge? Solo gli addetti ai lavori.
Non ti viene detta la notizia che dovrebbe mobilitarti e interessarti: per esempio le complicità dello Stato.

Anche noi poniamo un paio di domande che ci stanno a cuore e Sabina Guzzanti risponde in modo arguto ed esauriente offrendo ancora spunti di riflessione sul finire della serata.

D: Vedendo un film di questo genere e avendo incontrato molte persone in queste serate, qual’è il tuo pensiero sul perché la gente continua votare alla stessa maniera, oppure non vota e così le cose non cambiano mai?

CAM01286Bisogna rispettare la scelta del voto di chiunque, sicuramente c’è un enorme rassegnazione e questo è un segnale che viviamo in un paese mafioso. Il problema è che purtroppo questa impotenza, questa rassegnazione, gli Italiani se la raccontano come una saggezza raggiunta. Che hanno finalmente capito che non c’è nulla da fare. Non è saggezza raggiunta , E’ una nozione indotta da un potere mafioso che vuole che tu ti faccia gli affari tuoi. Questo modo di risolvere la frustrazione come se avessi capito tutta la situazione pensando che non c’è nulla da fare in realtà sei tu che pensi di non poter fare nulla, perché tutto ci fa credere questo, ma non è così; basta farlo; ma alla fine viviamo in una società che divide e ci incolla alla televisione. Bisognerebbe uscire di casa. Già se sei una persona che riesce a stare davanti a questa televisione … io non ci riesco per più di 5 minuti poi mi offendo.. mi sento male, mi stordisce, mi viene la nausea. Faccio fatica a immedesimarmi in chi riesce a sottoporsi a questa roba.

D: Ricordo una tua caricatura di Massimo D’Alema al quale, durante l’era berlusconiana, tu facevi dire che la “sinistra deve stare in coma…ma vigile”. Oggi ti domando allora se questa sinistra è ancora in coma oppure … riposa in pace!

A sinistra è un errore di valutazione che abbiamo fatto. Per tutto il primo periodo del berlusconismo abbiamo pensato che i dirigenti della sinistra fossero degli imbecilli o che non si rendessero conto del pericolo e ci abbiamo impiegato un po’ a capire che capivano benissimo ma che faceva troppo comodo. La battuta presumeva che ci fosse in qualche modo una buona fede, un non voler resistere per conformismo; invece la chiave di lettura che oggi è evidente è che la sinistra, quella classe dirigente, imitava un tipo come Tony Blair, che è stato costretto a dimettersi per aver detto una bugia grossa sull’Iraq, grazie anche all’aiuto dei nostri servizi segreti – ricordiamolo in questi giorni in cui ci vogliono far entusiasmare per la guerra. E’ una sinistra che semplicemente, caduto il muro di berlino, ha sposato il neo liberismo, la teoria che quello fosse l’unico mondo possibile. Berlusconi è anche servito a spostare il livello di tolleranza in un paese che era molto avanzato. Questo ce lo dimentichiamo, parliamo del berlusconismo come una nostra evidente incapacità (perchè crediamo che in nessun altro paese B. sarebbe passato e questo non è poi così vero; in America si sono presi Regan, Bush e in Inghilterra la Thatcher), questo tipo di terapia shock, con l’imposizione di B. – nessuno ci credeva avrebbero lasciato uno così diventare presidente del consiglio,-  si applicano laddove le popolazioni sono più reattive di altre; non è perché siamo più rimbambiti; c’è toccato B. perché eravamo una società molto più tendente al socialismo di altre. C’era un partito comunista forte, un forte potere sindacale, grande partecipazione, grande passione per la politica, la più alta affluenza alle urne del mondo, ottima scuola, buona televisione, grande vivacità intellettuale; era difficile far passare all’improvviso il fatto che la scuola pubblica dovesse essere distrutta, come la sanità. Ci sono riusciti attraverso uno shock. Come racconta bene Naomi Klain in Shock Economy. Anche in America latina hanno mandato al potere la dittatura ed erano paesi in realtà più avanzati; il Cile di Allende adottava una politica che oggi sappiamo essere all’avanguardia in campo economico ed era il 1973. Ora i popoli latino americani lo stanno rifacendo.

La serata finisce, il pubblico esce dalla sala non prima di aver omaggiato Sabina Guzzanti con un saluto e l’ennesimo ringraziamento per il suo lavoro.

E anche a noi non resta che dire… grazie! Sabina.

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