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Alla ricerca della ripresa economica “perduta…”

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di Davide Amerio.

La preoccupazione principale della politica italiana è quella di attuare “persuasione” convincendo, con tutti i mezzi mediatici a disposizione, che la situazione economica non è poi così male. Anzi. Si intravede la ripresa economica. Trattandosi appunto di “persuasione” e non di dibattito sui dati reali c’è di che dubitare. Difatti i numeri sembrano proprio raccontare una storia diversa.

Se guardiamo ai grafici Istat è vero che notiamo per quanto riguarda la produzione industriale una salita nei valori; tra gennaio 2015 e marzo vediamo un’impennata da un -2,2 a un valore positivo intorno a +1,5:

Prod. Indust. Istat mar 2015

Prod. Indust. Istat mar 2015

pil 12052015

PIL al dicembre 2014

 

I valori del Prodotto Interno Lordo sono stati piuttosto deboli per tutto il 2014 :

Si può notare che l’indice della produzione industriale aveva avuto una crescita significativa tra ottobre e dicembre 2014 ma questo non ha influito in positivo sul Pil del IV trimestre 2014 che è rimasto stazionario.

 

 

Questo ci dice che una crescita industriale può non essere sufficiente a determinare una crescita del Pil. Difatti la domanda interna rimane debole. E lo dimostra il livello delle retribuzioni orarie:

retribuzioni orarie Istat

retribuzioni orarie Istat

 

L’andamento ci dice che dopo un lieve miglioramento nell’ultimo trimestre 2014, il primo trimestre 2015 ha visto un peggioramento delle retribuzioni che certo in questo modo non possono certo stimolare la domanda interna.

 

 

 

 

Come rileva il Prof. A.M. Rinaldi i dati Istat configurano una situazione peggiorativa dell’occupazione: il tasso di disoccupazione ufficiale ha toccato il 13% :

Tasso disoccupazione Istat

Tasso disoccupazione Istat

occupati Istat

occupati Istat

 

 

La conferma la fornisce il grafico sull’andamento degli occupati:

 

 

 

 

Quindi, contrariamente a quanto sostenuto, nei primi mesi dell’anno non c’è stato alcun miglioramento per ciò che riguarda l’occupazione.

Ci sono altri dati che inquietano ancora di più e disegnano un quadro allarmante:

  • Le sofferenze bancarie che nel 2008 erano di circa 45Mld sono passate ai 190Mld attuali
  • rispetto all’anno precedente gli “insoluti” sono cresciuti del 13% (56,2Mld) in bollette e rate non pagate che gravano per l’88% sulle famiglie e il restante sulle imprese.
  • Le insolvenze riguardano anche il mercato immobiliare: c’è stata una crescita delle aste del 20% rispetto all’anno precedente (dato FIAIP) con un incremento del 57,94% rispetto al 2011. Da notare, sottolinea Rinaldi, che la messa all’asta abbatte necessariamente il valore dell’immobile di un 25/30% danneggiando ulteriormente il proprietario dell’immobile.
  • Va male anche sul fronte delle spese condominiali: la Confabitare segnala che in media, nella principali città italiane, c’è stato un incremento del 30% di spese impagate.

Permane quindi la mancanza di lavoro, di liquidità delle famiglie per arrivare a fine mese e fronteggiare tutti gli impegni finanziari. Però il governo Renzi ci informa ogni giorno che c’è la ripresa… ci piacerebbe sapere da quale direzione sta arrivando perché a guardarsi intorno non si intravede nulla di buono all’orizzonte.

(D.A.12.05.15)

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